Diagnosticare l’Alfa-Mannosidosi: dal sospetto alla diagnosi differenziale

L’Alfa-Mannosidosi è una condizione che richiede un alto grado di sospetto clinico per essere diagnosticata, soprattutto nei pazienti che presentano sintomi come ritardo nello sviluppo cognitivo, anomalie scheletriche, perdita dell’udito e un pattern di infezioni ricorrenti.

Molti bambini affetti da questa malattia nascono senza segni evidenti e mostrano un deterioramento progressivo nel tempo, rendendo cruciale la diagnosi precoce.
La diagnosi precoce non solo può salvare o prolungare la vita ma anche migliorare sostanzialmente la qualità, evidenziando l’importanza di strategie proattive nella gestione dell’Alfa-Mannosidosi.

 

Metodi diagnostici

  • Attività dell’α-Mannosidasi acida: il metodo più efficiente e affidabile per stabilire la diagnosi di Alfa-Mannosidosi è il dosaggio dell’attività dell’α-Mannosidasi acida nei leucociti o in altre cellule nucleate, come ad esempio i fibroblasti.
    Negli individui affetti, l’attività dell’enzima α-Mannosidasi acida nei leucociti del sangue periferico è pari al 5%-15% dell’attività normale.
  • Oligosaccaridi nelle urine: un’elevata escrezione urinaria di oligosaccaridi ricchi di mannosio può essere dimostrata mediante cromatografia su strato sottile o cromatografia liquida ad alta prestazione (HPLC). Questo dato è suggestivo Alfa-Mannosidosi, ma non diagnostico.
  • Esame dello striscio di sangue periferico: la microscopia ottica o la microscopia elettronica a trasmissione (TEM) possono evidenziare vacuoli negli strisci di midollo osseo e linfociti del sangue periferico nella maggior parte degli individui affetti.
    Sebbene il rilevamento dei vacuoli al microscopio sia un utile test di screening, sono necessarie indagini supplementari quando si sospetta l’Alfa-Mannosidosi.
  • Test genetici: l’identificazione delle mutazioni che causano la malattia viene effettuata sul DNA delle cellule del sangue periferico, mediante amplificazione della reazione a catena della polimerasi (PCR) di tutti i 24 esoni del gene MAN2B1 seguita dal sequenziamento del DNA. L’analisi genetica dovrebbe essere utilizzata per confermare la diagnosi enzimatica e utilizzata per la diagnosi prenatale e la consulenza genetica dei membri della famiglia, ma non dovrebbe sostituire i test biochimici.

 

Diagnosi differenziale

I principali sintomi dell’Alfa-Mannosidosi, come tratti dismorfici, disostosi e ritardo mentale, sono condivisi con quelli di molte malattie da accumulo lisosomiale (LSD) come la mucopolisaccaridosi. Sebbene ci siano circa 50 malattie da accumulo lisosomiale rare, queste presentano somiglianze e differenze basate sull’enzima carente, il substrato anomalo accumulato e gli organi colpiti.
Di conseguenza, la diagnosi precoce è vitale, considerando anche la disponibilità di nuove opzioni terapeutiche in grado di prevenire danni irreversibili.
Per quanto riguarda la diagnosi differenziale, è importante notare che, nel caso dell’alfa- mannosidosi, l’escrezione urinaria di mucopolisaccaridi è normale, mentre il pattern di escrezione urinaria di oligosaccaridi fornisce un’indicazione significativa per la diagnosi.

Tuttavia, al momento, non esiste un algoritmo riconosciuto a livello internazionale per il sospetto precoce e la diagnosi dell’Alfa-Mannosidosi.
Recentemente, un gruppo di Esperti ha cercato di trovare un consenso su alcuni aspetti della malattia:

  • Nei pazienti di età ≤10 anni, la presenza di disturbi dell’udito e/o ritardo nel linguaggio sono sintomi cardine che dovrebbero richiedere ulteriori analisi. Se uno o entrambi isintomi sono presenti, il medico dovrebbe cercare ulteriori segni che possano fornire indizi diagnostici aggiuntivi. Sulla base di questi, si può consigliare il monitoraggio o l’invio a un centro metabolico per ulteriori test.
  • Nei pazienti > 10 anni di età, la presenza di ritardo mentale e progressione del deficit motorio e/o manifestazioni psichiatriche dovrebbe indurre il medico a valutare la storia clinica del paziente alla ricerca di altri sintomi. Come per i pazienti di età ≤10 anni, sulla base dei risultati di questa valutazione, è giustificato un ulteriore monitoraggio metabolico o il rinvio a test.

Un approccio tempestivo, quindi, gioca un ruolo fondamentale per diverse ragioni. Primo, permette ai medici e alle famiglie di implementare strategie di gestione che possono rallentare la progressione dei sintomi e migliorare la qualità di vita dei pazienti.
Secondo, la diagnosi precoce apre la porta a trattamenti potenzialmente modificanti il corso della malattia, come il trapianto di midollo osseo (BMT) o la terapia enzimatica sostitutiva.
Il BMT è stato identificato come una terapia promettente per alcuni pazienti con Alfa-Mannosidosi, ma per essere efficace, deve essere eseguito prima che la malattia abbia causato danni.

 

Fonti

  • Malm D, Nilssen Ø. Alpha-mannosidosis. Orphanet J Rare Dis. 2008 Jul 23;3:21. doi: 10.1186/1750-1172-3-21.
  • Parker EI, Xing M, Moreno-De-Luca A, Harmouche E, Terk MR. Radiological and clinicalcharacterization of the lysosomal storage disorders: non-lipid disorders. Br J Radiol. 2014 Jan;87(1033):20130467. doi: 10.1259/bjr.20130467. Epub 2013 Nov 14. Erratum in: Br J Radiol. 2014 Mar;87(1035):20149002.
  • Guffon N, Tylki-Szymanska A, Borgwardt L, Lund AM, Gil-Campos M, Parini R, Hennermann JB. Recognition of alpha-mannosidosis in paediatric and adult patients: Presentation of a diagnostic algorithm from an international working group. Mol Genet Metab. 2019 Apr;126(4):470-474. doi: 10.1016/j.ymgme.2019.01.024.

*Con il contributo non condizionante di Chiesi Global Rare Diseases Italia*
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